Ho scoperto solo il 14 che dal 13 al 16 l’ultima pellicola del Maestro Hayao Miyazaki sarebbe stata proiettata nei cinema italiani. Non volevo perdermelo. Ecco le mie impressioni a tiepido (l’ho visto ieri sera, ormai non sono più molto a caldo).
Si alza il vento, Kaze tachinu è un film delicato, forse poetico, incredibilmente umano.
Un grande omaggio alla vita di tutti.
Un omaggio al lavoro creativo e ai sogni di ognuno.
Un addio dichiarato in cui è costante il sentimento di gratitudine – con un velo di malinconia, ma anche tanta gioia, per aver sognato e realizzato i propri sogni.
Non è il mio film preferito fra quelli da lui realizzati, ma ha un respiro e una profondità molto superiori a tantissimi film e cartoni animati.
Nonostante la guerra, il terremoto, la malattia e altre difficoltà entrino nella vita privata del protagonista e nella storia mondiale, l’avvenimento principale del film è un altro. Si vive. Vita.
Ed è proprio ciò che lo rende per certi versi un film meno magico, in cui non ci sono spiriti o dei. Non è una favola in cui l’amore, l’amicizia o la bontà risolvono guerre, sconfiggono morte e malattie. Siamo nel mondo reale che tutti noi conosciamo. E riconosciamo. Così che per certi versi penso sia un film noioso, crudele, in cui apparentemente non accade nulla di diverso da ciò che conosco già.
Ci sono i sogni sì, gli incontri nel fantastico mondo dei sogni, ma ciò che avviene per il resto del film è normalissima vita.
Ed è invece la vita stessa l’elemento straordinario e magico del film. La vita che si vive per il solo fatto di esistere.
In un momento storico che invece è stato caratterizzato a livello globale e in particolare nella vita del ‘ragazzo giapponese’ protagonista del film, da morte e distruzione in parte subita in parte procurata, continua ad esserci vita, ed essa proprio nella negazione emerge in tutta la sua forza, tanto quotidiana quanto straordinaria.
Questa è la forza poetica e artistica del film e di Miyazaki, che nell’ultima pellicola, non mostra mondi fantastici extra quotidiani, ma svela in modo delicato e sottile la magia e l’orrore che è in ognuno di noi, ‘semplici’ uomini.
Ci mostra in modo disarmante quanto ciascuno di noi sia di per sé una magia. La magia della vita che non è solo magia bianca, né solo magia nera.
Si sogna, alle volte ciò che si sogna si realizza, altre volte no, e ciò che si sogna può essere fantastico ma anche terribile, pericoloso e si vive tutto: successo e fallimento, realizzazione e incapacità di realizzare… vita e morte.
Così mentre si ritira fa capire che la fine della sua carriera non è una fine-morte, ma è una fine-vita.
E soprattutto regala a tutti questo messaggio: si può vivere la vita con tutte le sue gioie e tutti i suoi dolori, i suoi errori e i suoi successi. Perché la vita non è ‘bella’, ma nemmeno ‘brutta’. È tutto: è vita.
In questo messaggio è un film immenso, e non solo nel mondo dell’animazione.
“Il vento soffia, bisogna provare a vivere”